Dall’oggetto al concetto. Lo specialismo della scienza moderna
A partire dalla metà del XIX secolo, tuttavia, le conoscenze scientifiche andarono implementandosi e specificandosi in differenti discipline sempre più distanti tra loro per nozioni e metodologie, e l’ambito di ciascuna di esse andò delimitandosi all’interno di confini via via più ristretti. Parallelamente lo studio qualitativo proprio del metodo baconiano veniva completamente abbandonato, a favore di quello quantitativo di impronta galileiana. La scoperta dell’infinitamente piccolo ed i nuovi sempre più potenti mezzi offerti dallo sviluppo tecnologico, poi, finirono per spostare l’attenzione della ricerca attiva dall’oggetto al concetto, dalle cose ai processi. Per cui i musei scientifici si sono andati svuotando delle cose, per lasciare il posto a macchinari capaci di riprodurre esperienze. L’uso ormai generalizzato del computer e le enormi possibilità offerte dai programmi di grafica hanno infine condotto all’uso, e talvolta all’abuso, dell’ausilio informatico, che è certamente utile se adoperato con oculatezza e per approfondire ed amplificare le informazioni fornite dal museo, ma diviene poco utile e nemmeno troppo efficace se invece slegato o troppo distante dai contenuti o dalle forme espressive consone alle raccolte presenti nel museo, specie allorquando, come nel caso di un museo scientifico, il principale obiettivo rimane trasmettere la conoscenza (Figure 27, 28).
‘Theatrum mundi’. Il Gabinetto di Storia naturale del MUSA
È stato recentemente accertata la presenza di una parte dell’erbario di Ferrante Imperato all’interno delle collezioni del MUSA, giunto a Portici attraverso una sezione dell’erbario Cirillo, una famiglia di naturalisti e collezionisti che, nel Settecento, era erede diretta di quella cultura sperimentale nata con i primi Gabinetti di Storia Naturale. Questa fortunata circostanza, insieme alla particolare ricchezza tipologica e quantitativa del materiale presente a Portici, nonché la lunga tradizione della Facoltà di Agraria e dello stesso museo, rendono particolarmente proficuo il progetto di ricreare un Gabinetto Scientifico, sulla base delle molte eloquenti incisioni e riproduzioni pittoriche che ci sono pervenute, nonché delle informazioni che si possono trarre da fonti coeve, edite e inedite, e specialmente dai numerosi carteggi che indicano con una certa precisione come si dipanasse la prassi quotidiana del lavoro scientifico di questi naturalisti. Benché quanto più possibile ‘filologicamente’ fedele alla realtà di un antico Gabinetto di Storia Naturale, quello ricreato nelle sale del MUSA non ne riprodurrà pedissequamente nessuno, sull’esempio di quanto è stato fatto al British Museum con la Enlightenment Gallery. Si vorrà piuttosto realizzare l’archetipo di tali musei, sottolineando la loro funzione storica di centri di diffusione e ricerca scientifica attivi, alternative più efficaci, e quasi sempre più aggiornate, degli stessi atenei. La sede prestigiosa e antica della Villa di Portici, la tradizionale massiccia presenza di antichità ercolanesi, fin dalla fondazione dell’Herculanense Museum (1758), nonché le sale imponenti destinate ad accogliere le collezioni del MUSA, rappresentano inoltre lo scenario ideale per creare una vera e propria macchina del tempo, un ambiente all’interno del quale il visitatore avrà la sensazione di fare un salto nel passato, per scoprire e provare a comprendere non semplicemente la scienza, ma anche la storia di essa, i cambiamenti nei metodi e negli obiettivi della speculazione scientifica, e come questi si saldino infine alla storia sociale, politica, talvolta cambiandola e talaltra piuttosto subendola (Figure 29, 30).
La mostra della Natura. Le scienze naturali tra passato e futuro
La sala avrà degli alti stipi in cui saranno sistemati minerali e vegetali secondo le antiche serie, accanto ad esemplari delle specie più rappresentative degli animali dell’acqua, della terra e dell’aria. Tali specimena naturali saranno accompagnati da marmi antichi, erme in primo luogo, sistemate in alto a coronamento degli scaffali; il tutto sarà completato da incisioni, gouaches e qualche tela con i ritratti degli uomini di scienza più significativi, riproduzioni di reperti naturali o di eruzioni vesuviane, particolarmente consone al sito in cui sorge la villa, fortemente condizionato dalla presenza del vulcano. Al centro del salone, pavimentato in legno, sarà posto un podio con leggio, simile a quello dal quale avveniva la lectio magistralis dei naturalisti, all’interno di esso del quale sarà mimetizzato un touch screen che recherà sullo schermo la riproduzione della sala stessa. Il visitatore potrà toccare ciascun elemento della collezione scegliendo prima la tipologia (minerali, vegetali, animali, antichità, dipinti etc.) e poi, per gli esemplari più rappresentativi e interessanti, il singolo reperto, di cui sarà riportata la definizione scientifica, l’utilizzo che la ricerca ne ha fatto nel tempo e la storia collezionistica. Quando nel corso di tali spiegazioni ricorreranno i nomi degli scienziati più significativi per la storia della scienza e per la formazione delle collezioni del MUSA, questi saranno evidenziati e cliccabili a loro volta, in maniera tale da rimandare ad una breve biografia particolarmente centrata sul ruolo svolto nell’avanzamento della conoscenza. Le stesse notizie saranno consultabili direttamente, cliccando sullo schermo in corrispondenza dei ritratti presenti in sala. Sarebbe opportuna anche la presenza di una seconda sala, in cui allestire esclusivamente gli scientifica, ossia le antiche strumentazioni, presenti in gran numero nelle collezioni del MUSA. Una tale esposizione non solo offrirebbe il destro per presentare la storia della tecnologia, parallela ma non corrispondente alla storia della conoscenza scientifica, ma rappresenterebbe la parte attiva dei Gabinetti Scientifici, il laboratorio: come s’è detto, parte essenziale di ogni collezione di tal genere (Figure 31, 32).
Figure
https://www.centromusa.it/it/la-mostra-della-natura/268-dallo-specialismo-alla-cultura-dell-immagine-una-proposta-di-allestimento.html#sigFreeIdb382915fef
Didascalie delle figure
Figura 27. Gabinetto di storia naturale. Foto del Premiato Stabilimento Fotografico Tommaso Guerra, figli del fu Vincenzo, Agosto 1907.
Figura 28. Gabinetto di storia naturale. Foto del Premiato Stabilimento Fotografico Tommaso Guerra, figli del fu Vincenzo, Agosto 1907.
Figura 29. Laboratorio di Botanica. Una stanza con collezioni e con tavolo per esercitazioni microscopiche.
Figura 30. Laboratorio di Mineralogia. Una sala delle collezioni.
Figura 31. Sede dell'Istituto. Biblioteca generale.
Figura 32. Laboratorio di Botanica. Una stanza con tavole e quadretti di piante essiccate.